NONNA AMELIA.

Nonna Amelia.
Pubblicato da Lady Nadia in Il mondo di Nadia
18 novembre 2015

Da 11 anni nonna Amelia viveva sola nella sua casetta, diventata troppo grande per una ottantenne e il suo cane. I suoi locali spesso risuonavano vuoti e un suo semplice starnuto poteva provocare una eco tale da farla sussultare.
In certi momenti, scostando la tendina fiorata della sua cucina e osservando il piccolo giardino, notava le piante non più potate, l’erba alta, le aiuole disordinate. Allora le capitava di ricordarlo come appariva qualche anno prima: perfetto e curato da togliere il respiro e si rendeva così conto di quanto Egidio mancasse persino al giardino. Le mancava da morire. Quando nella vita si è così fortunati nell’incontrare una persona speciale, affine (e in rari casi ciò può capitare), e si rimane uniti per oltre 40 anni… è più difficile accettare la solitudine e i terrificanti silenzi.
Ogni cosa parlava ancora di lui. Le ombre di quel giardino, quando fuori splendeva il sole, ma non solo: ogni soprammobile, ogni cassetto, ogni spiffero freddo che riusciva a penetrare dai serramenti.
A volte se lo immaginava proprio lì, al suo fianco, che sorrideva; oppure indaffarato nel riordinare le vecchie riviste, intento a spolverare i mobili, o persino mentre ripuliva il pavimento con lo spazzolone, insistendo nei punti più nascosti e nei quali Amelia faticava a raggiungere.
A volte Amelia era infastidita dalla sua esagerata pignoleria, allora una semplice battuta ironica era sufficiente a farlo tornare alla ragione. Egidio, subito, si accigliava, ma il suo viso arcigno e contratto mutava presto espressione, rilassandosi in un sorriso ancora affascinante, nonostante l’età. Con lui era impossibile rimanere arrabbiati.
L’amore, tra i due, nacque con un colpo di fulmine e, dopo tanti anni, non era mutato: certo non era più alimentato dalle emozioni, ma era basato sui fatti e sulle parole. E Amelia era perfettamente consapevole del fatto che fosse addirittura aumentato con il tempo, proprio come i cerchi concentrici di un tronco, ai quali, ogni anno, se ne aggiunge un nuovo, e si irrobustisce e ingigantisce sempre di più, tanto da risultare invincibile alle intemperie.
E di intemperie ne erano passate innumerevoli: qualcuna più debole, anche facile e molte disastrose, ma quell’albero resisteva sempre lì, fermo , troneggiante e stabile, in mezzo alla foresta dell’esistenza.
Quando Egidio mancò, Amelia faticò a rendersene conto. Tuttavia, più le settimane trascorrevano silenziose, più percepiva quella pesante assenza avanzare. Come un esercito in marcia si impadroniva di lei, del suo quotidiano. Quando si risvegliava la mattina e allungando un braccio scopriva il letto per metà vuoto e freddo, quando pranzava senza quei lunghi discorsi che giorno dopo giorno la intrattenevano come una quieta e calmante melodia, quando osservava il disordine infierire spavaldo nella sua cucina ( e non solo), quando notava il fornello alonato e unto (lei non era mai riuscita a lucidarlo perfettamente nonostante l’impegno che vi riversasse), la mancanza di Egidio diventò così forte da toglierle il fiato: si rese conto di averlo amato profondamente e di quanto si fosse abituata a lui, e di quanto fosse diventata dipendente da quella lunga relazione.
E poi, la sera, quando sul divano non sapeva bene dove poggiare la testa, le mancava una spalla dolce e forte, sulla quale poter anche contare. Alla televisione avrebbero potuto trasmettere tutto, ma, insieme, qualunque cosa avrebbe potuto fungere da spunto per una conversazione, o una battuta, persino il programma più stupido.
Amelia, da sempre, soleva leggere molto e soprattutto quando Egidio era fuori per lavoro, in giardino, oppure mentre era impegnato a martellare sul legno, in garage, nelvtentativo di realizzare l’ennesima trovata che avrebbe reso più bella o più comoda la loro già accogliente dimora.
Non c’era una mattina in cui, a colazione, mancasse un giornale sul tavolo.
Da quel giorno, dalla scomparsa di Egidio, quell’abitudine, come pure quella della lettura svanì.
Rivedeva la figlia solo ogni fine settimana, a causa della lontananza, si accorse quasi immediatamente che la madre non si interessava più a nulla e così pensò di regalarle un computer portatile.
Quando lo vide Amelia strabuzzò gli occhi, gli si avvicinò scettica, ma grazie alla sua mente ancora eccezionale e alla sua curiosità che l’aveva sempre caratterizzata, nonché alla buona salute che ancora la accompagnava, riuscì in breve tempo a gestirsi icone, finestre e presto ogni tipologia di programma. Cominciò ad utilizzare internet e da lì a poco capitò in qualche blog di racconti.
Ora, da ormai 10 anni, era una fan accanita di alcuni autori che agli esordi pubblicarono in una piattaforma di nome “Splinder” e, successivamente alla sua chiusura, si trasferirono in un’altra:”Wordpress”.
Amava leggere in particolare una certa “Cassandra Tanchi”. Non trascorreva giorno senza che Amelia potesse leggere uno o addirittura due racconti che Cassandra pubblicava e tutti scritti col cuore, parola per parola. Adorava la sua maniera di raccontare la gente, spesso i protagonisti erano degli emarginati, a volte anche dei folli ma, ad uno ad uno, si prendevano carico della sua tristezza e della sua solitudine. Mentre leggeva e rileggeva queste storie i minuti trascorrevano di nuovo veloci. Comprendeva di non essere la sola a soffrire di un grande disagio e per questo si sentiva immediatamente alleggerita del suo pesante fardello. La sua tristezza si spartiva tra reale e surreale o il plausibilmente veritiero tanto da ridursi e riportarla al sorriso, per qualche storia più allegra che giungeva sempre al momento opportuno.
E così la sua vita diveniva piu’ sopportabile, il suo dolore più condiviso dai tristi messaggeri di quelle storie che Cassandra in qualche modo le donava ogni giorno da dieci anni.
Amelia verso di lei provava un affetto enorme anche se virtuale, le voleva davvero un gran bene. Nonostante questo non aveva mai avuto il coraggio o l’esigenza di inviarle un commento, di cliccare un “like”, preferiva seguirla in anonimato, in silenzio.

Ma un giorno…
… per Amelia fu come un secondo reale lutto.
Come era solita fare nel tardo pomeriggio, aprì il suo portatile e internet ed effettuò l’accesso a WordPress per leggere una nuova storia di Cassandra. Si ritrovò sola, inorridita, senza parole da leggere e da ascoltare per alleggerire la sua anima, senza sentimenti da poter condividere con nessuno.
Cassandra aveva gettato la spugna. Se ne era andata chissà dove, cancellando tutte le storie del suo blog e chiudendolo del tutto. L’unica motivazione che compariva come titolo nell’ultimo post e anche malamente fu :” FINE DELLE TRASMISSIONI”, nel quale, in maniera anche ironica, l’autrice dichiarava che i pochi “mi piace” e gli scarsi commenti, le avevano fatto comprendere l’inutilità della sua presenza online su quella nuova piattaforma con delle mancanze per gli scrittori rispetto alla precedente dove invece era tutto diverso. Per avere popolarita’specialmente in ambiti letterari non bastavano esclusivamente la bravura ed il talento ma occorreva vagare ovunque per mendicare seguaci barattando attenzioni continue perchè i frequentatori di quella piattaforma erano per la maggior parte tutti blogger e di genere differente tra loro.

Amelia tentò l’accesso più volte quello stesso giorno e anche in quelli a seguire, prima incredula, poi speranzosa che Cassandra potesse pentirsi e cambiare idea, potesse tornare. Dopo qualche settimana Amelia si sentì tradita e quasi arrabbiata con Cassandra. Il blog era diventato bianco come un fantasma di Cassandra e di Egidio e aleggiava inquieto in ogni pensiero di Amelia. Così cadde in una pesante depressione, che grazie ai racconti di quell’autrice evitò anni prima, le mancava Egidio esattamente come l’umanità e la sensibilità dei personaggi di quelle storie.

Se solo Cassandra l’avesse saputo, l’avesse conosciuta, forse avrebbe continuato a pubblicare i suoi intensi e magnifici racconti anche solo per lei, Cassandra aveva davvero un cuore grande e non cercava solo notorietà ma anche amore, e niente più di questo.
E ora, tanta gente come Amelia, cercando di seguirla in WordPress, trova soltanto due righe di presentazione autore e un blog di sana letteratura, abbandonato come ormai ce ne sono tanti, forse troppi.

E Cassandra, seduta al suo portatile, come sempre scrive, scrive tutt’ora con avidità e necessità, per un bisogno. Colta improvvisamente da ispirazioni che lacerano la sua anima, durante le notti di insonnia e anche alla mattina presto prima di recarsi al lavoro, ma fermamente convinta che le sue storie non siano state mai più comprese e il suo talento sia un po’ scaduto.
Le archivia tutte nel suo cuore e in una cartella banale, gialla del suo computer rinominata “RACCONTI DA PUBBLICARE”, ma si sbaglia: quei racconti sono davvero meravigliosi, unici, ma ora non potrà leggerli più nessuno, proprio nessuno.

(dedicato a una mia cara amica!)

Autore: Nadia Fagiolo

Adoro leggere, scrivere, vendere i libri. Sono libraia da sempre. Prendo spunto da personaggi o fatti del quotidiano e sento l'esigenza di amplificarli e tradurli in racconti o poesie. Mi diverte, è uno sfogo e una passione.

44 pensieri riguardo “NONNA AMELIA.”

  1. Mah. Chi sarà mai quella “Cassandra“?
    Sicuramente un essere che non ha compreso l’importanza che uno, almeno uno, soltanto un utente possa leggere.
    Alcune volte, una lettura, può distogliere da propositi estremi e senza ritorno. Una lettura, un sorriso, una parola, possono modificare il mondo.
    Povera Cassandra.

    Ci piacque, tantissimo, Amelia, ad inverso.
    Inossidabile e con tanto da insegnare al mondo intero.
    Il verismo narrato, lady Nadia, ci riempie di pace e interesse, nella lettura.
    Voi siete una verista. Una verista nata.

    La “stella” inizia ad illuminare?
    Bene, ne fummo contenti.
    Abbiate le nostre cordialità più sentite.

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  2. Prima di tutto,complimenti davvero, Nadia
    Non amo i post abbastanza lunghi ma se è ben fatto e riesce a coinvolgermi
    non ho nessun problema.
    La storia è reale, bella, sensibile. E come te, e AmElia, non vorrei che Cassandra chiuda il suo pregevole blog
    Ringraziando ti lascio un sorriso serale
    Mistral

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  3. Questa la volevo dire…come saprete lavoro in libreria. Oggi ho fatto il turno pomeridiano e ho servito una anziana signora…beh aveva acquistato un libro per la nipote. Come faccio sempre le ho proposto un romanzo per lei…e mi ha rivelato che ha appena ricominciato a leggere romanzi perche’ tre anni fa e’ mancato suo marito e non ne voleva piu’ sapere. Le ho raccontato di nonna Amelia con le lacrime agli occhi quasi. Si, mi sono commossa per lei. Ciao a chi lo leggera’. 😊

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    1. Grazie a te, nipotina mia, che hai saputo scrivere.
      Mi sono commossa e per dirla tutta, ho letto con interesse quello che succede a quella Cassandraccia della malora.
      Scrivi tu e lasciala perdere.
      Un abbraccino radioso

      la tua
      Nonna Amelia

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      1. Ahahaha…un’idea su chi possa essere questa Nonna Amelia ce l’avrei eccome…

        comunque…

        Cara nonna Amelia, sono felice che abbia finalmente trovato il coraggio di non restare anonima e osare un commento, non e’ troppo tardi, nella vita non e’ mai troppo tardi. Cassandra e’ una mia amica e frequenta questo blog. Sicuramente dopo aver letto il suo meraviglioso intervento tornera’ a scrivere per noi tutti, ne sono certa. Perche’ che differenza fa inventarsi una fiaba per consolare il proprio figlio o per farlo sorridere rispetto allo scrivere un racconto che, sebbene leggeranno in pochi, strappera’ loro un qualsiasi sentimento celato e seppellito chissa’ dove? Non e’ forse questa una enorme soddifazione?
        Con tanto affetto la esorto a lasciare sempre la sua opinione perche’ le vogliamo tutti bene, cara e dolce nonna Amelia!

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      2. Grazie, sei tanto cara.
        Sembri, anche, una nipotina giudiziosetta.
        Un consiglio, però, te lo vorrei dare: non fidarti di quella CasSandra.

        Non si sa da dove venga. Dice di essere nata a Lesbo e dice che è nel Mare Egeo, poi dice che n, si trova alle Maldive. E non sa, la poverina, che Lesbo non esiste. Ah ah ah l’ha inventata Giacomo Leopardi quando scriveva a Luigia Pallavicini che poi era caduta da cavallo, mentre parlava A Silvia.
        Quello che è più grave. però, è che scambia la CIA per un Blog e che poi aveva dato a una Anne Heche, che era una che cantava, ballava e si affogava con l’acqua minerale, un disco di Mario Merola perché sapeva che non le piaceva i Rolling Stones.

        Poi dice che è francese di Montecarlo, che parla in francese, ma poi ci ripensa e dice che le piacciono le Cannes.
        Che brutta persona.
        Invece tu sembri brava, buona, tranquillina, perfettina.
        Che bello, una nipotina ideale.
        Ciao, vado a fare la pizza.

        🙂

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    1. E una 🙂 ce la mettiamo noi.
      Con chi ce l’avete, milady?
      Chi vi disturba? Siate serena che il mondo, sorridenti o no, continua da par suo.
      Apperò: nascete a Milano e avete vussuto, contemporaneamente a Cannes, Milano, Brianza, Gardone VT, Colico e Sant’Eustachio di Bubbino di Sotto?
      Sempre contemporaneamente?
      Che donn ehm …persona impareggiabile e bilocalizzata, anzi, quinquilocalizzata.

      Abbiate pazienza milady, ma (sicuramente vi sfuggì) non avete inserito:
      Diottrìe= occhio sx e dx;
      Musure al piede=Entrambe, sia il piede sx, sia il dx;
      Data di scadenza
      Data di compostaggio.

      Abbiate, gentilissime signore, le nostre migliori cordialità vivissime.

      The best Milorder in the world

      🙂

      "Mi piace"

  4. Ringrazio sentitamente la nonnina per le meringhe, augurandomi che non sia stata cosi’ esageratamente altruista da non averne tenuta qualcuna per se, in questa fredda giornata le avrebbe addolcito lo spirito… ahahahah mi sto divertendo tantossimo con questi commenti…
    Sono sempre piu’ convinta che il Lord si diverta a punzecchiare Lady Alessandra, forse potreste rappacificarvi davanti a meringhe e champagne… se solo fossi capace di incollare una bella foto di una bottiglia…arrivero’, arrivero’.
    Buona settimana a entrambi! 😊

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  5. Cassandra non e’ una brutta persona…anzi…io la conosco di persona e le assicuro che si sbaglia… 😊😊😊😊 tanto lo so che si diverte a stuzzicarla, e tra l’altro la cosa mi diverte proprio perche’ so che non e’ cosi’!
    buona giornata!!!!

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    1. Carissima e spiritosissima Lady Nadia, con “non e’ una brutta persona”, intendete forse sostenere che, pur non essendo brutta, ad inverso è “non bella“? Sempre detto, siete una lieta scoperta e decisamente intelligente.
      Vi confideremo una cosa: sì, corrisponde al vero, per noi “sollecitare” la reazione di milady è onore e vanto.
      Una grande scrittrice che, degnandoci di risposta, riesca a fare di noi un essere, finalmente, osservato, ci confonderebbe rendendoci felici.
      Come avete notato, però, la “cannese” (versione italiana di abitante a cannes o con le Cannes), non fuma neanche, come si suol dire, di striscio.

      Anche lei (la cannese) lo ammise: “… ma io non punzecchio lui. Ci sarà una ragione? …

      Mah, Capire gli imperscrutabili disegni divini …
      Cordialitazioni

      🙂

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      1. Ma che bella persona che è questo giovanotto Lord Ninni. Sembra barvo, affidabile, corretto.
        No come quella CasSandraccia là: cattiva e mangiona di merighe (diventerà tutta ciccia e brufoli, vedrete 😦 )
        Bravo bravo.
        Un bacino dalla Nonna va …

        🙂

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  6. Farti i complimenti sarebbe ripetitivo…ti dico solo che i tuoi sono gli unici racconti più lunghi della media che riesco a leggere sul blog…hanno una scorrevolezza che ti prende per mano e ti invoglia ad arrivare fino alla fine… Un saluto Nadia!

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  7. “Cassandra Tanchi”! ahahah 😀
    Sì, è un bell’elogio ad una scrittrice che lo merita in pieno 😉
    Via via che passavano gli anni in questo mondo del web e dei blog in particolare, mi rendevo sempre più conto che… è normale che anche la passione di tenere un blog possa passare, perché le priorità cambiano, i mezzi si evolvono, le difficoltà e i tempi ristretti della vita non danno tregua. O semplicemente… nasce qualcosa che attira di più. Ho smesso perciò di “rimproverare” chi si allontana. Se ci sono buoni motivi, o almeno motivi “ragionevoli”, non c’è errore in questo. Anche se ai lettori, come Nonna Amelia, possono dispiacersene profondamente.
    E’ un peccato quando però chi chiude lo fa non perché convinto veramente, ma solo perché preso da un… impeto momentaneo, come la delusione per essere scarsamente seguiti, ad esempio 🙂 Anche se è un sentimento comprensibile. In fondo se si scrive pubblicamente è perché si ama essere letti, e se si ha l’impressione che ciò non avviene più… perché continuare a farlo? Il fatto è che i tempi cambiano. Oggi molti leggono ma non commentano, ad esempio. Più di un tempo. Ora ci sono i “like”, Ci sono delle statistiche “da paura”. Spesso i lettori non hanno nemmeno un blog o un account, magari sono capitati per caso arrivando da qualche social network. Così i commenti non fanno più testo come una volta.
    Io sono vecchio stile 🙂 Non perché ci tenga ad una certa linea, ma perché… in questo settore almeno sono abitudinario 🙂 Di “like”, di “ha iniziato a seguirti” e compagnia, né so poco o nulla. E questo è un errore. Ma non sono più così interessato a… essere letto. Credo sempre più spesso di continuare a scrivere solo per me stesso 🙂 per fissare qualcosa che mi permetta, nel tempo, di ritrovare quello che diventerà il mio passato.
    Per chi invece ama essere letto… bisogna adattarsi ai tempi. Ad esempio, legando il proprio blog ai social network si possono ottenere risultati spettacolosi. Io non ne ho né il tempo, né la voglia, né lo stimolo. Ma so che funziona.
    Quando morì Julius ed in altre occasioni, Lady Wolf pubblicò i miei post del blog su facebook, in gruppi amanti dei gatti. Notai che le visite che ebbe il mio blog in tali occasioni furono… impressionanti. Forse cento volte e più di quelle che avevo normalmente. Ho acquisito nuovi lettori? Nel mio caso no, sono state impennate momentanee, ma perché non gli diedi “seguito”.
    Insomma, è assolutamente vero: la popolarità ed il successo di un blog poco dipendono dalla bravura del proprietario nella scrittura in sé. Molto dipende dalla voglia e dalla bravura di, diciamo, mettersi in mostra.
    A meno di non essere già di per sé enormemente popolari, ma sono casi particolari.
    Comunque mi è piaciuto come hai saputo coniugare il racconto alla realtà 🙂
    Salutami… Cassandra! 😀

    http://www.wolfghost.com

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