L’oltre. (da caffè letterario 28/09/16)

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Avrebbe desiderato oltrepassare il confine tra l’ordinario e l’ignoto. Forse, oltre quella barriera creata dall’abitudine e dal pregiudizio, dalle paure e dalle credenze, sarebbe stato meglio.
Poteva darsi che, allungandosi un po’ oppure restando ritto sulle punte o magari stendendo le braccia per aggrapparsi, ce l’avrebbe fatta a scavalcare per passare di là.
Certamente piano, lentamente e in silenzio per non “dare nell’occhio” e per non permettere a nessuno, proprio a nessuno, di fermarlo.
Ma ogni volta che, sul più bello, stava su in cima e allargava una gamba cercando un appiglio per di là, qualcosa, come un richiamo, un peso, un intralcio simile ad una catena o ad un’ancora, lo trascinava ancora di qua. E così mille volte restò imprigionato al suo quotidiano senza mai comprenderne il perchè. Si convinse che quel luogo fosse magari un po’ logoro ma alla fine, non proprio del tutto pessimo.
A furia di osservare “l’oltre” sempre da quella tale prospettiva, tolta la curiosità e cercando di restare obiettivo, tutto ciò che riusciva a intravedere dall’altra parte non gli parve più così straordinario.
I pochi e temerari che gli capitò di sorprendere nel valicare quel confine, ammesso che fossero poi tornati, era certo che sarebbero mutati, per sempre.
Il timore di divenire un “diverso” lo bloccò tutta la vita, lì, a sbirciare dalle rare fessure, a guardar invano fuori e poi a guardarsi invano dentro.

Accadde che un giorno, per caso, i suoi sogni svanirono, poi i suoi pensieri, forse un cattivo scherzo della memoria. A seguire i suoi arti non furono più gli stessi e così senza forze, anche ammesso di riuscire a rammentare il motivo per cui si sarebbe voluto arrampicare, non ce l’avrebbe più fatta.
Infine restò così. Immobile, con la bocca aperta e gli occhi vuoti accanto all’ultimo sbieco raggio di sole appena prima del tramonto senza poterne neanche percepire il tepore, senza neppure vederlo filtrare dall’altra parte.
Lui nemmeno respirava più.

(immagine personale)

Autore: Nadia Fagiolo

Adoro leggere, scrivere, vendere i libri. Sono libraia da sempre. Prendo spunto da personaggi o fatti del quotidiano e sento l'esigenza di amplificarli e tradurli in racconti o poesie. Mi diverte, è uno sfogo e una passione.

66 pensieri riguardo “L’oltre. (da caffè letterario 28/09/16)”

        1. …ma il tuo blog? Perchè non trovo il link diretto cliccando sul tuo nome?
          Su “spunti da asporto” ci sono le erbacce.
          Se ne hai aperto un altro mi lasci qui il link per favore che passo? Ciao e grazie!

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  1. Bonjour NADIA

    Quelle belle histoire entre nous

    Je t’envoie un bouquet de fleurs

    Chargé de parfum que ta demeure soit embaumé de celui-ci
    Comme guidé par un vent d’amour , les anges viennent te protéger
    Je te souhaite une merveilleuse journée un bon Week-End
    Ici le temps est chargé de pluie mais il en fallait un peu

    Pour toi en guise de mon Amitié

    Une douce pluie de tendresse et de bisous

    Bernard

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    1. Non so…
      Penso sia nata dalla foto che ho scattato per caso durante una passeggiata.
      Ovvio che qualcosa di autobiografico potrà esserci ma…
      Lo vedi quel tronco li?
      E’ come se si fosse trasformato nella sagoma di una persona.
      Ho scattato e ho subito pensato a questa storia qua.
      Ciao grazie!!!

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  2. Bellissimo, complimenti! Scritto magnificamente, lascia aperte alcune considerazioni. Noto che i tuoi lettori avrebbero desiderato che il protagonista fosse riuscito a saltare la barriera o fosso che sia, ma in lui si nota la consapevolezza del non ritorno.E forse non è pronto, e mai lo sarà, a perdere il certo per l’incerto. E il finale…è come tutti i finali di vite che si spengono, dentro o fuori l’oltre.

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